Perdetevi a Stone Town, la capitale dell'arcipelago.

Dopo aver trascorso ore e ore a oziare sulle spiagge di sabbia fine dell'arcipelago, è il momento di scoprire le numerose ricchezze del suo patrimonio storico, architettonico e culturale.

Passeggiamo per le strade di Stone Town, nota in swahili anche come "Mji Mkongwe", che non significa altro che "città vecchia". Punto di riferimento a sé stante, dal 2000 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

Città portuale e commerciale, ha lasciato il segno nel XVIII

secolo, sfruttando la sua posizione strategica tra Oriente e Occidente per arricchirsi grazie al commercio delle spezie e al suo sfortunato passato di schiavista. Di quell'epoca gloriosa rimane un labirinto di strade acciottolate con una magnifica architettura, di cui molti si stupiranno per la sua bellezza.

Alcuni direbbero che bisogna perdersi a Stone Town per scoprirla davvero. Provate la cultura, parlate con la gente del posto, gironzolate per le corsie del mercato e assaggiate i sapori locali. E non dimenticate di ammirare la caratteristica architettura di questa città africana. La città di pietra deve il suo nome al suo sorprendente design architettonico. Infatti, alcuni edifici sono realizzati con resti di malta e pietre coralline. Qui si può passeggiare per le strette vie che diventano rapidamente un labirinto, condividendo l'area con asini, due ruote e carretti ambulanti.

La città vecchia è ricca di sontuosi edifici ricchi di storia e di influenze diverse. Ci sono moschee, palazzi del periodo omanita, edifici coloniali e templi indù. Ma la città è famosa anche per i suoi maestosi portoni in legno. A Stone Town se ne contano ben 500.

Ecco un piccolo suggerimento per riconoscere la loro origine: le porte con frontone quadrato e fregio a catena sono di origine araba, mentre quelle con fregio floreale e frontone arrotondato sono di origine indiana.

Prendiamoci il tempo per visitare alcuni dei monumenti imperdibili della città, come il Vecchio Forte, un'imponente cittadella costruita nel 1700 dagli omaniti per proteggersi dai portoghesi. L'ingresso è gratuito.

Proseguiamo con una rapida occhiata al Museo del Palazzo, la cui imponente facciata sul mare è assolutamente da vedere. Un tempo residenza del sultano, dopo la rivoluzione di Zanzibar l'edificio fu utilizzato come sede del governo e ribattezzato "Palazzo del Popolo". Oggi è un museo dedicato al sultano di Zanzibar.

Non dimenticate di fare una deviazione verso la Casa delle Meraviglie, Beit-el-ajaib, una tappa obbligata della città, facilmente riconoscibile per il suo imponente orologio.

Purtroppo, dal 2020 è possibile ammirarla solo dall'esterno, poiché è ormai definitivamente chiusa al pubblico dopo diversi crolli.

Costruito nel 1883 come residenza del3°

sultano dell'isola, era all'epoca uno dei palazzi più grandi e imponenti dell'Africa orientale. È stata la prima casa dell'isola a essere elettrificata e ad avere un ascensore, il che le ha dato il nome di "Casa delle Meraviglie".

Trascorrere uno o due giorni a Stone Town è un ottimo modo per immergersi nella vita zanzibarina e scoprire una magnifica città piena di sorprese e tesori storici. È anche un'occasione per scoprire gli hotel della città, con la loro magnifica architettura, e per fare un salto indietro nel tempo. A pochi passi dal vecchio forte e dalla Casa delle Meraviglie, ad esempio, si trova la magnifica Tembo House and Apartments.

Se c'è un posto dove si deve fare shopping a Zanzibar, è Stone Town. Le stradine sono piene di commercianti che vendono spezie, tessuti, vestiti, cappelli, dipinti e souvenir di ogni tipo. Ce n'è per tutti i gusti e sicuramente troverete un piccolo tesoro in quest'isola dalle mille meraviglie.

Infine, perché non concludere la giornata con un assaggio del cibo di strada locale al mercato notturno Forodhani Garden. Una bella passeggiata serale sul lungomare attende gli amanti del cibo piccante. Naan, kebab, frutti di mare e succo di canna fresco. Qui ce n'è per tutti i gusti, un mix armonioso di turisti e gente del posto. Tutti sono qui per godersi il calore di una serata illuminata dalle piccole lanterne dei venditori ambulanti.